GIORNO DEL RICORDO? RICORDIAMO TUTTO…

Dal 2005 il 10 febbraio è una ricorrenza speciale. In questa data si celebra infatti la più grande mistificazione storica che il revisionismo nazionalista abbia mai visto in Italia: il giorno del ricordo.

Ufficialmente sarebbe la giornata in cui commemorare gli italiani insediati in Istria e Dalmazia, che dopo la seconda guerra mondiale furono costretti ad andarsene e coloro che furono gettati nelle foibe.

Non una parola viene spesa per spiegare le cause di questi fatti. È come se ci dicessero che l’acqua evapora senza dirci che sotto c’è una fiamma accesa.

Non bisognerebbe quindi chiedersi cosa sta a monte di tutto questo?

Noi ci permettiamo di suggerire ai più “smemorati” alcune brevi risposte:

  • nel 1941 la Jugoslavia fu invasa e occupata da parte di Italia e Germania. L’Istria e la Dalmazia vennero annesse al territorio italiano, che dalla conquista delle colonie d’Africa si fregiava del nome “Impero”. Le parole d’ordine furono: colonizzare, italianizzare, fascistizzare. La stampa, i nomi delle città e i nomi delle persone vennero italianizzati forzatamente;
  • vennero costruiti oltre 200 campi di concentramento in tutta la Jugoslavia per rinchiudere tutti gli oppositori, i partigiani, gli intellettuali. In particolare, il campo di Kampor vide oltre 15000 prigionieri e 4000 vittime.
  • furono compiute centinaia e centinaia di rappresaglie contro le giuste e legittime azioni di resistenza dei partigiani comunisti ai danni di interi villaggi.
  • Mussolini stesso, parlando ai soldati e ai miliziani fascisti disse: “so che siete dei bravi padri di famiglia, questo va bene a casa, ma non qui. Qui non sarete mai abbastanza ladri, assassini, stupratori..”
  • dopo la fine della guerra, per oltre 1200 ufficiali fascisti che si macchiarono di gravissimi crimini di guerra (sia nei Balcani che in Etiopia) fu negata l’estradizione. Tra i tanti ricordiamo il gen. Mario Roatta, il Gen. Pirzio Biroli, il Gen. Rodolfo Graziani, e il Gen. Pietro Badoglio.

In un volantino non pretendiamo di essere esaustivi come vorremmo, ma tanto basta a far comprendere che se effettivamente le foibe sono state teatro di giustizia sommaria da parte dei partigiani di Tito, non si possono ignorare le cause storiche, e soprattutto non si può cedere alla mistificazione che i gruppi neofascisti e la destra al potere in Italia utilizzano questi dati e queste cifre per strumentalizzarli alla propaganda razzista a cui siamo ormai abituati. Alla base di tale mistificazione c’è uno spirito profondamente nazionalista e razzista secondo il quale l’importanza da dare alle vittime varia a seconda della loro nazionalità e la colpa di chi per fini imperialistici ha invaso, ucciso e torturato non ha alcun peso.

L’istituzione di questa giornata si inserisce in un quadro politico in cui la destra al potere corteggia sempre di più i gruppi di neofascisti , concedendo loro sempre più spazi, sempre più garanzie politiche e sempre più impunità. Tutto questo si verifica anche a Como, dove regolarmente spazi comunali vengono concessi a gruppi neofascisti per rimpatriate tra storici revisionisti, ex repubblichini e razzisti da strada, e dove pochi mesi fa, se non fosse stato per la pronta reazione dei cittadini indignati, il mafioso Marcello Dell’Utri avrebbe presentato i (finti) diari di Mussolini in Piazza Cavour.

Se il 10 febbraio è il giorno del ricordo, gli antifascisti si fanno trovare al loro posto, per ricordare ciò che il potere vuole gettare nell’oblio.

Noi ricordiamo tutto.

Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario” George Orwell

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