Resoconto della settimana di mobilitazioni contro carceri, cie ed opg

 

Di fronte alla gravità delle condizioni detentive nelle galere italiane dal 25/06 al 02/07 si è svolta una settimana di mobilitazioni a sostegno delle proteste nelle carceri, nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) e negli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari).

In tutta Italia si sono svolti presidi a sostegno delle lotte dei/delle prigionieri/e, nello specifico di fronte alle carceri di Bolzano, Mantova, Roma, Como, Bologna, Parma, Milano, Cremona, Vercelli,Teramo, Cuneo, Prato e Vigevano. Si è infatti pensato che concentrare le iniziative nello stesso periodo, caldo anche dal punto di vista climatico, avrebbe dato loro maggiore incisività ed efficacia. Inoltre recenti operazioni repressive hanno portato all’arresto di numerosi compagni e compagne, in particolar modo delle realtà bolognesi e fiorentine. Per questo motivo i presidi a Como, Mantova, Vercelli, Vigevano, Cuneo e Prato, dove si trovano alcuni compagni e compagne, sono stati un momento di unione della lotta contro l’istituzione carcerararia e quella per la liberazione dei/delle compagni/e che pagano con il carcere le loro istanze di libertà. Le mobilitazioni svoltesi durante la settimana in questione sono state ben recepite all’interno delle carceri: il sostegno dei solidali ha infatti dato ulteriore forza alle diverse lotte portate avanti dai detenuti, che in quei giorni si sono manifestate con più determinazione.

La preparazione della settimana è stato un momento di confronto anche con realtà che non svolgono abitualmente attività anticarceraria, alcune delle quali si sono mostrate interessate ad intraprendere questa lotta, nonostante spesso venga considerata da “addetti ai lavori”. Speriamo che le relazioni intessute portino a scardinare questa concezione e a rendere ancor più capillari ed incisive le future mobilitazioni.

Nel portare avanti questo percorso si entra in contatto sia con realtà e associazioni che con rivendicazioni dei detenuti spesso lontane dalla critica radicale al carcere. Pensiamo a chi si muove per ottenere un miglioramento delle condizioni detentive senza mettere in discussione la legittimità stessa dell’istituzione carcerararia o a chi insegue il miraggio di fantomatici decreti “svuota carceri”.

Il carcere è un tassello fondamentale di questa società basata sullo sfruttamento, come il mondo del lavoro o l’istruzione e così come in questi ambiti le mobilitazioni sono sempre più generalizzate il carcere non deve rimanere una questione per pochi. Per fare questo sta a noi sviluppare la capacità di uscire dall’ “isolamento” in cui a volte tendiamo a metterci, al fine di estendere e rendere dunque più efficace la lotta al carcere.

Le ultime mobilitazioni contro il TAV in Val di Susa sono un ottimo esempio di lotta generalizzata, in cui diverse modalità ed approcci si sono uniti dimostrando grande determinazione per il conseguimento di un obiettivo comune. Anche i detenuti, nonostante l’isolamento impostogli, hanno fatto propria la campagna “No tav” manifestando la loro contrarietà tramite comunicati (vedi il documento redatto dai detenuti del carcere di Spoleto) ed altre forme di espressione. Il fatto che i detenuti esprimano il proprio sostegno a lotte condotte all’esterno del carcere riafferma e rafforza la solidarietà tra sfruttati e conferma che le lotte dentro e fuori le mura, per essere vittoriose, non debbano e non possano prescindere le une dalle altre.

Come detto in precedenza questa mobilitazione non è stata né la partenza né l’arrivo di un percorso, ma un momento di confronto e coordinazione che vorremmo fungesse da stimolo alla diffusione e al rafforzamento della lotta contro le galere.

 

Assemblea regionale contro carcere e C.I.E. – Lombardia

 

 

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